30 luglio 2008

PIRGY for a CLEAN ETRURIA // PIRGY per una ETRURIA VIVIBILE




Lettera aperta al Sindaco di Santa Marinella Roberto Bacheca

Il Gruppo Civico Archimede, facendosi portavoce delle istanze e dellepreoccupazioni di gran parte della cittadinanza, si rivolge a Lei inqualità di massima autorità amministrativa locale.Nell'imminenza della messa in funzione della centrale TVN crescono itimori riguardo l'impatto ambientale e le ricadute sulla salute, gravied irreparabili, che essa potrebbe avere.Premesso che:1. Il cosiddetto "carbone pulito" non esiste in quanto nessunacombustione emette zero residui;2. I filtri di ultima generazione trattengono solo le particelle PM10(10 micron di diametro);3. Le elevate temperature di esercizio della centrale TVN riducono ildiametro delle sostanze incombuste fino ad arrivare a 0,2 micron (PM0,2) e quindi attualmente non filtrabili;4. Non esistono tuttora sistemi di monitoraggio ambientale in grado dirilevare inquinamento ambientale per tali "nano particelle";5. Di tali "nano particelle" incombuste il carbone ne produce ben 24tipi, tutte altamente cancerogene in quanto, sottoforma di metallipesanti, entrano in circolo nell'essere umano già dopo 30 secondidall'inalazione e dalla esposizione, infiltrandosi stabilmente negliorgani vitali di qualsiasi essere vivente;6. L'esposizione a detti rischi aumenta in quanto questi metallipesanti vengono assunti anche attraverso l'acqua che beviamo ed ilcibo che assumiamo (contaminazione delle falde acquifere,contaminazione delle colture, contaminazione del bestiame); 7. La combustione del carbone emette anche una continua dose diradioattività come attestato dai recenti studi scientifici effettuati;Specificando che:A. I "tavoli", predisposti per la tutela dei cittadini da parte dellaRegione Lazio, non danno sufficienti garanzie a causa della pocatrasparenza, della troppa centralità e della facile possibilità diesposizione ad un eventuale condizionamento da parte dell'ENEL;B. Le stesse garanzie furono date dall'ENEL per la messa in funzionedella centrale a carbone vicino Brindisi;C. La situazione reale di Brindisi, a circa un anno dalla messa infunzione, è ben rappresentata nel video reportage di "Uno Notizie"(http://it.youtube.com/watch?v=vGF-QkCTtpw );D. E' moralmente e politicamente opportuno, da parte della Giunta cheLei presiede, dare un preciso, trasparente ed inequivocabile segnaledi essere garante dei Cittadini che Ella rappresenta;E. E' altrettanto opportuno fugare anche il più piccolo dubbio circala possibilità di un rapporto di dipendenza economica (entrate dibilancio) nei confronti dell'ENEL che eroga i contributi a compensazione;Chiediamo:a) Che venga istituito al più presto, con delibera comunale, un Tavolo(comitato) permanente formato da Cittadini di Santa Marinella, medici,studiosi e tecnici (INDIPENDENTI) ;b) Che i componenti di questo Comitato siano a rotazione aciclica econ tanto di supervisori al di sopra di ogni sospetto;c) Che questo Comitato dovrà vigilare sull'attuazione dei sistemi dicontrollo dell'ambiente (aria, terra, acqua, cibo), nonché sullaveridicità dei risultati delle analisi che dovranno esserecostantemente forniti dalla Regione e di effettuare controlli inmaniera diretta;d) Che il comitato dovrà esplorare la possibilità di reperire sulmercato macchinari idonei alla rilevazione delle "nano particelle";e) Che dovrà mettere in rete (su internet) un portale dedicato ecostantemente aggiornato su tutte le attività svolte nonché informaresulla prevenzione sanitaria e stimolare una presa di coscienzacollettiva e partecipativa. A tale proposito mettiamo a disposizione(gratuitamente) le competenze tecniche esistenti all'interno delnostro gruppo per tenerlo aggiornato semplicemente con i dati cheperverranno; f) Che dovrà emettere con stretta e compatibile tempistica anche unbollettino cartaceo da distribuire alla cittadinanza in forma gratuita;g) Che dovrà stabilire rapporti di confronto e collaborazione con lealtre associazioni istituite al medesimo scopo nel nostro comprensorio;h) Che dovrà costantemente controllare la gestione dei soldi elargitidall'ENEL (che poi sempre nostri sono > vedi la voce CIP 6, tral'altro illegale, sulle bollette che paghiamo) affinché venganoutilizzati, dalla Giunta che presiede, per il risparmio energeticoattraverso l'ottimizzazione e nell'incentivare l'adozione di sistemidi energia rinnovabile come il fotovoltaico anche per le abitazioni ele aziende private;i) Che parte di questi soldi vadano a finanziare l'istituzione diquesto comitato e le attività che esso dovrà svolgere coprendo anche icosti relativi al monitoraggio, all'informazione e alla prevenzione.Il Gruppo Civico Archimede è, sin da ora, disponibile a metter adisposizione della collettività (gratuitamente) il proprio "know how"e le proprie risorse per la realizzazione del presente progetto.Altresì ci associamo alle perplessità ed alle richieste dei gruppiconsiliari (capigruppo Fronti, Mucciola e Rocchi) ed allamanifestazione, in occasione dell'inaugurazione della centrale TVN aCivitavecchia, prevista per mercoledì 30 luglio. A dettamanifestazione pacifica sarà presente anche una nostra rappresentanza.Vogliamo, infine, ricordare a tutti che:LA SALVAGUARDIA DELLA SALUTE NON E' NE' DI DESTRA, NE' DI CENTRO, NE' DI SINISTRA!!!Con fiducia in una positiva accoglienza della presente cordialmente Lasalutiamo.AXEL (Portavoce del Gruppo Civico ARCHIMEDE)Contatti > Portavoce: http://us.mc541.mail.yahoo.com/mc/compose?to=staff%40santa4u.it oppure http://us.mc541.mail.yahoo.com/mc/compose?to=pierluigi.demilio%40pirgy.it __._,_.___

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27 luglio 2008

Il PARCO NAZIONALE dell'ETRURIA LAZIALE


IL PARCO NAZIONALE DELL'ETRURIA Laziale




Ipotesi per un Parco Nazionale dell’Etruria laziale
Luca Bellincioni

La vasta area compresa tra il Lago di Bracciano, i Colli Ceriti, i Monti della Tolfa e le valli del Biedano, del Mignone e del Marta, cuore dell’Etruria Meridionale, custodisce valori ambientali e paesaggistici di straordinario valore. Tra la Tolfa, il Mignone e il Marta, in particolare, permangono scenari silvo-agro-pastorali spesso così intatti (e ancora non violati da fenomeni di turismo di massa) da essere ormai rari non solo nel Lazio, ma nell’intera Penisola. La Maremma laziale, d’altronde, è rimasta oggi una delle poche aree della “regione di Roma” (assieme alla Sabina e al resto della Tuscia viterbese) ad aver mantenuto un rapporto relativamente equilibrato tra attività umane tradizionali (agricole e pastorizie) e ambiente naturale. La buona conservazione dell’ecosistema “campagna”, in particolare, altrove ormai in crisi e quasi scomparso a causa di un’urbanizzazione caotica e speculativa, riveste un’importanza assoluta anche quale biotipo per la persistenza di molte specie animali. La fauna di questo comprensorio è infatti tra le più ricche d’Italia, specialmente per quanto riguarda i rapaci (presenti in grande varietà su queste colline), che soprattutto sui Monti della Tolfa possono trovare ecosistemi ancora in grado di soddisfare le proprie esigenze alimentari e riproduttive: alcuni studiosi sostengono addirittura che sulle rupi tolfetane nidificherebbe tutt’oggi il capovaccaio, il caratteristico avvoltoio italiano un tempo diffusissimo in tutto il Lazio e ora a rischio d’estinzione in Italia; significativa, sempre sulla Tolfa, è pure la presenza del lupo, quivi tornato sin dagli anni ‘50. Anche la flora è magnifica, con innumerevoli esemplari di orchidee e vastissime coperture boschive per lo più a macchia mediterranea, ma anche con interessanti esemplari di “faggete depresse” (come quelle nei pressi di Oriolo ed Allumiere) e betullete (Manziana). Dal punto di vista morfologico, inoltre, sono da notare in primo luogo le numerose e caratteristiche forre tufacee, spettacolari canyon (come quello del Biedano) scavati negli altopiani dai numerosi fiumi e torrenti di una zona ricchissima di acque; in secondo luogo, sempre sulla Tolfa ammiriamo scenografiche pareti rocciose di trachite, tra cui spiccano quelle di Ripa Maiale e dei Sassoni di Furbara. Curiosa infine la presenza di un minuscolo “geyser” attivo nella Caldara di Manziana (presso Bracciano) residuo dell’antica attività vulcanica che ha conformato, assieme al lento lavorio dei corsi d’acqua, l’ambiente di questa zona come quello di tutto il resto dell’Alto Lazio etrusco. Un comprensorio, quello dell’Etruria laziale, reso peraltro unico dalla possibilità di creare percorsi turistici integrati volti a collegare la fruizione di differenti ecosistemi come la collina, la montagna, la campagna, il lago e il mare, in una ricchezza di biodiversità ristretta in una manciata di chilometri che ha pochi paragoni in Italia: a breve distanza da questo pregiato entroterra, infatti, c’è il litorale di Santa Severa, Macchiatonda e Palo, che, nonostante pesanti manomissioni da parte dell’uomo, conserva alcune zone assai interessanti sotto il profilo naturalistico, paesistico, storico ed archeologico, talvolta tutelate da piccole aree protette. E non c’è “soltanto” la natura. Oltre, come già detto, alla grande ricchezza di biodiversità, l’entroterra tolfetano e maremmano spicca per l’altrettanto eccezionale presenza di testimonianze archeologiche relative agli etruschi (e in misura minore ai romani), che fanno di questa zona forse la più interessante dell’intera Etruria: le necropoli di Cerveteri, Tarquinia, Norchia, San Giovenale e San Giuliano sono solo alcuni dei siti più noti. Per quanto riguarda la storia più recente, invece, va ricordata la presenza di rovine medievali e rinascimentali, spesso compendiate nelle cosiddette “città morte”, qui assai diffuse, tra cui la spettrale Monterano Vecchia e la stessa Norchia sono le più suggestive. Inoltre, i resti dell’antica attività estrattiva, soprattutto nel territorio di Allumiere, con pittoresche cave e miniere abbandonate, costituiscono un potenziale turistico tutto da riscoprire e valorizzare, come ad esempio è stato già fatto, con successo, in varie zone della Toscana. Infine vanno ricordati gli stessi centri storici, quasi tutti ben conservati e d’aspetto medievale, tra cui spiccano Bracciano con suo poderoso castello, Tolfa e Trevignano Romano con le loro rocche dirute dai panorami mozzafiato e Blera con i suoi pittoreschi monumenti medievali, romani ed etruschi: spesso si tratta di centri perfettamente armonizzati col paesaggio e in tal senso sono casi eloquenti i borghi di Barbarano Romano, Ceri, Rota, Sasso (purtroppo deturpato l’anno scorso da una volgare lottizzazione) e Civitella Cesi; se poi vogliamo estendere il comprensorio trattato in questa sede a Tuscania e Tarquinia, ci troviamo allora di fronte a due tra le cittadine medievali più affascinanti del Centro Italia.In questo vasto territorio sono state nel tempo istituite alcune piccole aree protette di estremo interesse, come il Parco regionale suburbano Marturanum, la Riserva naturale di Tuscania, le Oasi WWF di Palo e Macchiatonda, il Monumento naturale della Caldara di Manziana, la Riserva naturale di Monterano e il più “giovane” Parco regionale del complesso lacustre di Bracciano e Martignano; le Necropoli di Tarquinia e Cerveteri sono state inserite nella lista dei siti UNESCO. Incredibilmente, tuttavia, il resto del territorio, e in primis la Tolfa, sono ancora fuori dal sistema regionale dei parchi, esclusione che negli ultimi tempi ha permesso il manifestarsi di inquietanti episodi di abusivismo edilizio nelle campagne, cui le amministrazioni locali non hanno saputo (né voluto) porre alcun freno. A fare da contraltare a questa situazione negativa, per fortuna, c’è stato il recente riconoscimento quali SIC (siti d’interesse comunitario) e ZPS (zone di protezione speciale) di buona parte delle zone non ancora tutelate come parchi e riserve, ciò che per lo meno renderà d’ora in poi più improbabile l’attuarsi di progetti ad alto impatto ambientale (come ad esempio la paventata demenziale centrale eolica di Freddara, ad Allumiere): allo stesso tempo, però, tali “contrassegni” non significheranno nei fatti una reale controllo sul territorio della Maremma tolfetana e viterbese, ma un semplice “monito”, purtroppo facilmente eludibile nei casi più piccoli e meno evidenti (si pensi alla proliferazione indiscriminata di ville, villette e capannoni), magari con la connivenza, più o meno tacita, di alcuni politici locali. Il rischio è in fatti quello di assistere in pochi anni allo scempio di questo magnifico territorio, poiché le aree più vicine a Roma (e agli assi viari principali) stanno oggi subendo un’aggressione edilizia ingente ed inquietante nella forma cancerogena dell’insediamento sparso, fenomeno che in molti casi ha già finito col banalizzare o cancellare del tutto il paesaggio originario (come da tempo è in parte accaduto attorno al Lago di Bracciano e a Cerveteri). Oltre alla speculazione edilizia, l’istituzione di efficaci strumenti di tutela del comprensorio della Maremma laziale meridionale vede oggi altri gravi ostacoli, in primo luogo relativi all’esistenza di vaste tenute agricole private molto restie all’istituzione di un parco naturale, visione negativa propria anche degli allevatori che pensano automaticamente ad un’area protetta come ad una limitazione delle proprie attività: considerazioni, queste, spesso fomentate dalla speculazione e conseguenti alla quasi totale assenza di una cultura ecologista, lacuna che già in passato fece fallire i progetti per il Parco regionale dei Monti della Tolfa. Un altro problema del comprensorio è poi la presenza, nella parte più settentrionale (nel Comune di Monte Romano), di un poligono militare di oltre 5000 ha, che, pur contribuendo ad un certo mantenimento ambientale degli ecosistemi, preclude tuttavia al visitatore una porzione del territorio molto ampia ed assai significativa sotto il profilo turistico ed escursionistico, anche per la presenza, nella zona militare, di un lungo tratto dell’antica Via Clodia e di una parte dell’area archeologica di Norchia; inoltre, la gestione militare di questo lembo di Maremma non ne assicura affatto un corretto utilizzo, poiché le attività militari non possono essere soggette a controllo pubblico e civile, con il risultato che anche qui potrebbero prima o poi essere compiute ingenti manomissioni senza che nemmeno vi possano essere dibattito o opposizione alcuni.Concludendo, si tratta di un territorio di estremo valore non solo per il Lazio, ma anche per l’intera Penisola, sicché vi sarebbero tutte le ragioni per ipotizzare l’istituzione di un nuovo Parco Nazionale dell’Etruria Laziale, anche perché molte delle emergenze da tutelare sono pressoché assenti in qualsiasi altra parte d’Italia. Un parco nazionale che costituirebbe un primo serio passo verso la tutela del paesaggio della Tuscia romana e viterbese, paesaggio in buona parte ancora miracolosamente integro ma oggi in grave pericolo, anche a causa dell’incombente degrado dell’area metropolitana e suburbana di Roma. Va da sé che il parco potrebbe essere ovviamente esteso al resto della Maremma laziale (fino alla Valle del Fiora e al confine con la Toscana, saldandosi con la già esistente Riserva naturale della Selva del Lamone), un’area oggi (come pure gran parte della Valle del Marta, del resto) intensamente coltivata (tra l’altro con punte di riconosciuta eccellenza soprattutto nel campo oleario) ma che custodisce valori ambientali e paesistici straordinari ancora da promuove e salvaguardare (un progetto in tal senso è già stato proposto da Legambiente per la Valle del Timone, presso Cellere). In una realtà ad alta vocazione agricola come l’Alta Maremma viterbese, potrebbe essere sperimentato uno strumento come quello dei “parchi agricoli”, volti alla difesa e alla promozione delle attività tradizionali legate all’agricoltura (con l’incentivazione delle colture biologiche e di quelle utili alla produzione di biocarburante), alla silvicoltura, alla pastorizia e all’artigianato, intese come risorse economiche, sociali ed ambientali. D’altro canto, la grande diffusione di agriturismi e di aziende agricole legate a prodotti tipici, che negli ultimi anni è avvenuta in maniera costante in tutta la Tuscia maremmana, e il buon successo a livello di visite delle riserve e dei parchi naturali ivi compresi (in particolare Vulci e Marturanum) e di alcuni centri storici (a partire dalla splendida Tuscania), costituiscono un segnale positivo nel contesto di una rivalutazione eco-turistica di tutta la zona.Un comprensorio, dunque, quello dell’Etruria laziale e maremmana, che rappresenta un “tesoro” nazionale sotto tutto gli aspetti, naturalistico, paesaggistico, archeologico, storico, artistico, culturale ed economico: un tesoro da salvaguardare immediatamente come parco nazionale, e non solo in quanto perno dell’identità storica del nostro Paese, ma anche quale risorsa primaria per uno sviluppo sostenibile e duraturo delle popolazioni locali.

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MAREMMA MIA!


Maremma Mia!


Die Toskana hat auch einen einsamen und wilden Teil, der abseits des Chianti-Klischees liegt: in der Maremma


Für die Kaufleute und städtische Aristokratie aus Florenz oder Siena war die Maremma einst gleichbedeutend mit dem Ende der Welt, mit Ödnis und Verbannung: ein malariageplagtes Sumpfland, das allenfalls zur Rinderzucht und für Aalfarmen taugte. Hier starb im 13. Jahrhundert Pia de’ Tolomei, nachdem sie von ihrem Ehemann auf dem finsteren Castel di Pietra in der Nähe von Vetulonia eingesperrt worden war. In seiner "Göttlichen Komödie" beschreibt Dante, wie er auf seinen Wanderungen durch die Hölle auf die Verstorbene trifft: "Siena schuf mich, es zerstörte mich die Maremma", lässt er die Frau zum Dichter sagen, womit er dem südlichen Küstenabschnitt der Toskana einen langfristigen PR-Schlag versetzte, von dem er sich erst Jahrhunderte später wieder erholen sollte.Auch heute noch ist der Küstenstreifen Maremma, der in der Provinz Livorno beginnt und südlich des Ortes Orbetello endet, der einsamste und wildeste Teil der Toskana – und touristisch glücklicherweise bei Weitem nicht so erschlossen wie zum Beispiel das Chianti. In den vergangenen Jahren eröffneten in der Maremma, deren Sümpfe um 1930 trockengelegt wurden, zudem hervorragende Hotels und Restaurants: Der französische Sternekoch Alain Ducasse etwa ließ den ehemaligen Jagdsitz des Großherzogs Leopold II. bei Castiglione della Pescaia in das prachtvolle Hotel L‘Andana mit Gourmetrestaurant und Blick auf den eigenen Weinberg verwandeln. Das Landschloss Castello di Vicarello in der Nähe von Grosseto wurde von den Weltenbummlern Aurora und Carlo Baccheschi mit asiatischen Möbeln sehr geschmackvoll eingerichtet und zum Hotel umfunktioniert.
Die Etrusker hatten wahrlich einen Blick für Orte
Stille, baumbestandene Straßen verbinden die Dörfer der Maremma, die, wie zur Zeit der Etrusker, auch heute noch abgeschieden in den Hügeln des Hinterlands liegen. Die Etrusker hatten wahrlich einen Blick für Orte: Sie legten ihre Siedlungen bevorzugt auf den Ausläufern von häufig vulkanischen Tuffsteingebirgszügen an – ein Modell, das zur Blaupause für das mittelalterliche Italien wurde, nicht aber für die einfallslosen Römer, die ihre Städte zumeist in der Ebene gründeten, ummauerten und jeden verprügelten, der ihnen nahe kam.Drei exemplarische und wunderschöne Beispiele etruskischer Baukunst sind Pitigliano, das dramatisch über einer Anhöhe thront; Sorano, eine halb verlassene Ortschaft zu Füßen der imposanten Orsiniburg; und der reizende, verschlafene Weiler Sovana, der aus lediglich einer Straße besteht. Entlang der Küste vermochten nur einige wenige Häfen wie Talamone, Porto Santo Stefano und Porto Ercole den Angriffen der Piraten standzuhalten. Doch ihre imposanten Mauern boten keinen Schutz vor der Malaria, deren Brutgebiete die Sümpfe im Mündungsbereich des Ombrone und der Albegna sowie die Lagune von Orbetello waren. Die Trockenlegung der Sümpfe begann unter den späten Medici und wurde von Päpsten, unter den savoyischen Königen und schließlich unter Mussolini fortgesetzt.
Einer der wenigen Orte, an denen man noch heute einen Eindruck davon gewinnt, wie diese verlorenen Feuchtgebiete einmal ausgesehen haben müssen, ist die Salzlagune Lago di Burano in der Nähe der Stadt Capalbio, ein vom WWF ausgezeichnetes Naturschutzgebiet mit einer beeindruckenden Vielzahl von Vögeln, darunter Weißreiher und seltene schwarze Stelzenläufer. Aber nicht nur die flache Küstenregion vermittelt den Eindruck von Leere. Fährt man von Rom in den toskanischen Thermalort Saturnia mit seinen heißen Quellen herauf und verlässt die Fernverkehrsstraße Via Aurelia bei Montalto di Castro, passiert man zunächst das etruskische Vulci und stößt dann auf eine der verlassensten Straßen Italiens.
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photo of the day :Tibetan Horserider


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Butteri of Etruscan Maremma and Native Americans:the same love for Horses




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PETIZIONE PER SALVARE IL PATRIMONIO ETRUSCO DELLA FRASCA (Civitavecchia)




Petizione a sostegno della richiesta di Istituzione del Monumento Naturale alla Frasca presentata dalle associazioni per la tutela dell’ambiente
“WWF Lazio”, “Italia Nostra Onlus”, “Forum Ambientalista” e “TNT”


I sottoscritti cittadini di Civitavecchia
PREMESSO
che l’area occupata dalla pineta denominata “La Frasca” e dal sistema marino antistante,unico tratto di mare fruibile e ultimo polmone verde della città, è area di intrinseco valore naturalistico ed archeologico; un patrimonio la cui preservazione si impone come di fondamentale importanza;

che in tale sito, inoltre, sono state riscontrare notevoli ed importanti testimonianze archeologiche relative all’epoca preistorica e protostorica e soprattutto all’età romana, tanto da essere qualificato nel citato PTP, ambito territoriale n.2, come “zona archeologica a tutela orientata”.

che nonostante i danni al patrimonio selviculturale, la flora e la fauna della Frasca sono estremamente vari;

che la pressione industriale degli impianti termoelettrici di Torre Valdaliga e l’ipotizzato sviluppo del Porto in direzione nord, con la realizzazione di un “Terminal Cina” o di infrastrutture simili altrimenti denominate e di un porto turistico da almeno 700 posti barca, comporterebbe la pressoché totale e definitiva cancellazione dei fondali protetti dalla Comunità Europea e della pineta;

che l’attaccamento della popolazione per questo sito è stato recentemente dimostrato dai numerosi voti ottenuti nell’ambito del 4’ censimento “I luoghi del cuore” promosso dal Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI), che chiamava i cittadini italiani a votare i siti meritevoli di tutela e di particolare valore affettivo per la popolazione, nell’ambito del quale La Frasca è risultata il 3° sito del Lazio e 37° in tutta Italia sui 6000 luoghi segnalati dagli italiani;

che al fine di tutelare l’area in questione da tale opera di distruzione è necessaria l’apposizione di un vincolo di protezione;
esprimono
pieno sostegno alla “Richiesta di istituzione di Monumento Naturale nell’area costiera de “La Frasca” presentata alla Regione Lazio dalle Associazioni per la tutela dell’ambiente “WWF Lazio”, “ItaliaNostra Onlus”, “Forum Ambientalista” e “TNT”.




nome e cognome
(in stampatello)
indirizzo
città
firma

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26 luglio 2008

Etruria avvelenata: ecco la mappa Poisoned Etruria: The Map

http://maps.google.it/maps/ms?hl=it&ie=UTF8&t=h&msa=0&ll=42.117389,11.786399&spn=0.020851,0.037122&z=15&msid=100058918228054089491.00045067cd9a464aae180

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photo of the day: The Freedom loving Lakotah


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photo of the day BUTTERI of the etruscan maremma // Butteri della maremma etrusca


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16 luglio 2008

blog of the day :outronome

i tralicci, la croce dell'Etruria

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Wolfang Sandt and the Mystical People


Do it yourself Etruscan Tomb
Arts & Culture
Press release from: Wolfgang Sandt sculptor and stonemason
Entrance to an etruscan tomb?


Store this image in big size(openPR) - For an artist like Wolfgang Sandt with strong links to Umbria and Tuscany, the core land of the old Etruscans it is almost inevitable to occupy himself with the culture of that mystical people. If the artist is a stone mason as well it is only a question of time until he thinks about building an etruscan tomb of his own.The idea hit Wolfgang Sandt the first time when his neighbour, preparing a vinyard dug out big amounts of stone of the ground heaping them up next to an old olive orchard where Sandt had started an art project to revive the olive grove.Part of the project is the reconstruction of old dry walls of natural sandstone. Sandt taking the opportunity started to build part of the wall in the form of an etruscan tumulus tomb providing it with an entrance, admittedly rather a big niche, as the rock did not permit to delve deeper. Once Wolfgang Sandt got started and still having enough stones left he decided to create another stone chamber adapting the form of the old etruscan tombs.Sandt does not intend to bury anybody there but prefers to see it as a spritual place where one can experience getting back to the whomb of the earth meditating or maybe simply escaping the italian summer heat.Detailled informations about the home made etruscan tomb are available contacting the artist.Wolfgang SandtSculptor and StonemasonBurgsteige 8, Apfeltrang87674 RuderatshofenAtelierVia Campagna 1706065 Passignano sul Trasimeno Fraz. Castel Rigone mailto:info@atelier-wolfgangsandt.de?subject=openPR.dehttp://www.atelier-wolfgangsandt.de/

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14 luglio 2008

Dalla Cina , minaccia alla sopravvivenza degli elefanti // "Death Sentence" for the Elephants //


Domani il Cites si riunirà a Ginevra per autorizzare la vendita di oltre 100 tonnellateAll'origine della decisione c'è l'aumento vertiginoso della domanda cinese
Ritorna in commercio l'avoriodopo un divieto lungo 19 anni
Gli ambientalisti temono che si ripeta una nuova strage di elefanti
GINEVRA - Dopo un divieto lungo 19 anni, sta per ritornare in commercio l'avorio. Il Cites, l'organismo delle Nazioni Unite che veglia sugli scambi di fauna e flora che rischiano l'estinzione, si riunirà domani a Ginevra per autorizzare la vendita di oltre cento tonnellate del materiale ricavato dalle zanne degli elefanti. L'allarme viene lanciato dagli ambientalisti: temono l'inizio di una nuova strage di dimensioni simili a quella che negli anni '80 portò all'abbattimento di circa settecentomila esemplari solo nel continente africano. La decisione è spinta dall'aumento esponenziale della domanda cinese. "Questo significherà un ritorno ai vecchi tempi bui con gli elefanti a rischio estinzione", denuncia Allan Thernton, dell'Agenzia per la tutela dell'ambiente (Eia). Fu proprio l'Eia a fornire la documentazione sul rischio di estinzione degli elefanti in Africa, prove che porteranno alla messa al bando dell'avorio. Solo tra il 1980 e il 1989 gli animali passarono da 1,3 milioni a 625mila. Già nel 1997, nonostante la proibizione, il Sudafrica, la Namibia, il Botswana e lo Zimbabwe, convinsero la Cites ad autorizzare il commercio delle zanne di elefanti morti per cause naturali. La battaglia fu guidata allora dal presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe. Due anni dopo venne così autorizzata la cessione di 50 tonnellate di avorio, ma solo ad "acquirenti selezionati", ovvero quei Paesi in grado di dimostrare un forte impegno contro il commercio illegale di avorio. La Cina allora venne esclusa. Lo sviluppo vertiginoso di Pechino ha aumentato la fame di oggetti di lusso: se martedì la Cites darà il via libera alla vendita di 108 tonnellate, il Paese sarà il maggiore acquirente, sempre che riesca a farsi riconoscere lo status di nemico del traffico illegale. "La Cina ha fatto grandi passi avanti nella lotta contro il contrabbando di avorio", ha dichiarato un funzionario del Cites.

Una versione a cui non credono gli ambientalisti. L'Eia ha reso pubblico un rapporto del governo cinese che dimostra come nell'arco di dodici anni Pechino abbia perso le tracce di 121 tonnellate di avorio, una quantità equivalente alle zanne di 11mila elefanti. "Se queste nuove importazioni legali andranno avanti - sostiene Thernton - forniranno una copertura gigantesca per il traffico illegale". ( La Repubblica)

Michael McCarthy: Elephants' death sentence

Truly critical moments do not often come along in wildlife conservation, but the decision of the Cites standing committee in Geneva tomorrow on whether or not to make China a licensed ivory buyer is one such, without any doubt.
If China's application is approved, the resulting huge increase in the legal ivory trade will give the biggest possible shot in the arm to the enormous illicit trade which is supplied by poachers killing elephants across Africa – 23,000 a year at the most recent estimate.
With its own problems of poverty and disease, Africa has no money to enforce wildlife conservation, and the only way to stop mass-scale elephant poaching is by choking off demand for ivory. Many experienced conservationists – not to mention the 148 British MPs who have signed an early day motion in the Commons – feel that if China gets the go-ahead tomorrow, the African elephant will be getting a death sentence. (The Independent)

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10 luglio 2008

Photo of the Day --- by Katarina Rothfjell


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Synaulia, musici dell'Etruria // SYNAULIA, ETRUSCAN MUSICIANS


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08 luglio 2008

Etruscans for Tibet - Pomaia per il Tibet

Pomaia , nel cuore dell'Etruria
Tibet, monaci in preghiera

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07 luglio 2008

"i luoghi del cuore" per difendere l'Etruria


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i magnifici sette




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Prove di volo per la giovane cicogna


Fucecchio: 'prove di volo' per la giovane cicogna


In questi giorni la giovane cicogna nata alla fine di aprile nel nido di Fucecchio inizia le prime prove di volo: per ora poco più che grandi salti, ma in breve tempo sarà pronta per il grande balzo nel vuoto, e in agosto si preparerà per la lunga migrazione verso i lontani quartieri di svernamento africano

In questi giorni la giovane cicogna nata alla fine di aprile nel nido di Fucecchio inizia le prime prove di volo: per ora poco più che grandi salti, ma in breve tempo sarà pronta per il grande balzo nel vuoto, e in agosto si preparerà per la lunga migrazione verso i lontani quartieri di svernamento africani.

Nel nido di Fucecchio, che si trova dal 2005 sullo stesso traliccio ENEL ai margini del Padule, quest’anno erano nati due pulcini, uno dei quali è morto dopo pochi giorni, probabilmente a causa del maltempo che ha imperversato per tutto il mese di maggio.

L’altro pulcino è cresciuto in fretta, alimentato sia dal maschio che dalla femmina, ed ora ha raggiunto le stesse dimensioni dei genitori, dai quali si distingue solo per alcuni particolari: il becco più scuro, nerastro, e le zampe di un colore più sbiadito rispetto a quelle degli adulti.

Meno fortunate le cicogne dell’altro nido, quello di Monsummano Terme, dove le uova per qualche motivo non si sono mai schiuse; speriamo che la nidificazione si ripeta con maggiore successo nella prossima stagione riproduttiva.

Altri esemplari stanno frequentando in questo periodo il Padule di Fucecchio, che sta davvero diventando terra di cicogne, grazie ai progetti di allevamento e reintroduzione in natura, ma anche per i grandi interventi di manutenzione e ripristino ambientale effettuati negli ultimi dieci anni all'interno della Riserva Naturale.

Per maggiori informazioni è possibile contattare il Centro R.D.P. Padule di Fucecchio (tel. 0573/84540, email fucecchio@zoneumidetoscane.it) o visitare le pagine web www.zoneumidetoscane.it/eventi/padeventi.html dedicate alla cicogna bianca, dove si possono trovare le immagini delle varie stagioni riproduttive.
da LA NAZIONE

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emergenze in Etruria (da ToscanaInfelix)


http://web.tiscali.it/apri.gliocchi/Mappa%20emergenze%20in%20Toscana.pdf

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06 luglio 2008

BLOG OF THE DAY Rete Toscana Dei Comitati Per la Difesa del Territorio








Blog about: Rete Toscana Dei Comitati Per La Difesa Del Territorio

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the Chinese "Miracle "- Il "miracolo" cinese


La Femme de Volterra / Laetitia Casta / The Woman of Volterra / La donna di Volterra







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05 luglio 2008

CIVILTA' ETRUSCA, PATRIMONIO dell'UMANITA'


CIVILTA' ETRUSCA, PATRIMONIO dell'UMANITA'


NECROPOLI TARQUINIA E CERVETERI DAL 2004 PATRIMONIO UMANITA'(ANSA) - -

Sono trascorsi quattro anni dal quel 2 luglio 2004 quando a Guzhou, in Cina, le necropoli etrusche di Tarquinia e Cerveteri furono dichiarate dall'Unesco Patrimonio dell'Umanita'. Varie le ragioni con le quali la sessione mondiale dell'Unesco motivo' il riconoscimento: ''Le necropoli etrusche di Tarquinia e Cerveteri sono capolavori del genio creativo; le grandi pitture murali di Tarquinia sono eccezionali sia per la qualita' di esecuzione che per il loro contenuto, che rivela aspetti della vita, della morte e del credo religioso degli antichi Etruschi; Cerveteri mostra in un contesto funerario il progetto urbanistico e gli schemi architettonici che venivano applicati nella progettazione delle antiche citta'''. Le richieste d'inserimento delle necropoli nello ''speciale elenco dei siti che appartengono moralmente a tutti i popoli del mondo, la cui conservazione diviene una responsabilita' condivisa dalla comunita' internazionale nel suo insieme'', erano state presentate in tempi diversi dai comuni di Tarquinia e di Cerveteri ed aveva ottenuto il sostegno dei massimi archeologi italiani e stranieri. La sessione del Patrimonio dell'Unesco, tra l'altro, ha riconosciuto che ''le due necropoli costituiscono un'unica ed eccezionale testimonianza dell'antica civilta' etrusca, l'unica urbanizzata nell'Italia pre-romana''. E ancora: ''La rappresentazione della vita quotidiana nelle tombe affrescate, molte delle quali sono riproduzioni di case etrusche, e' una testimonianza unica della cultura scomparsa''. Le due necropoli possono essere visitate tutti i giorni, dalle 8.30 alle 19.30, tranne il lunedi', giorno di chiusura settimanale. YJ6-KUR

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04 luglio 2008

Charlize Theron For SAVE TARA campaign







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the Independent: World Archeological Congress examines TARA Motorway crisis


By Ed Carty

CAMPAIGNERS who lost a lengthy court battle to reroute the controversial M3 motorway are seeking legal advice over reports on the archaeological heritage in the area.
The TaraWatch group, led by Vincent Salafia, have asked lawyers to look into whether a High Court ruling backing the road may be struck out.
The Sixth World Archaeological Congress, which began in Dublin yesterday, is examining a report by an expert who assessed the significance of historical sites along the M3 route in Co Meath.
It has questioned archaeological findings which paved the way for work to begin on the road. "Legal advice is immediately being sought,'' Mr Salafia said. "There may be a possibility of vacating the judgment or, at a minimum, suing for damages."
The High Court ruled in 2005 that none of the 38 areas examined before construction on the road began were national monuments and that the wider area around the Hill of Tara could not be considered a single national monument.
TaraWatch will this week meet officials from the UNESCO group as it continues its campaign to have the Hill of Tara and surrounding lands declared a World Heritage Site.
- Ed Carty

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"Die Frau im alten Etrurien"


Die Frau im alten Etrurien: Vortrag im Archäologiemuseu


(LPA) "Der weibliche Blick" nennt sich eine Veranstaltungsreihe des Südtiroler Archäologiemuseums, die Frauenthemen aus der Ur- und Frühgeschichte gewidmet ist. Am kommenden Donnerstag, 12. Juni, steht "Die Frau im alten Etrurien" im Mittelpunkt eines Vortrags im Museum. Der Vortrag wird in italienischer Sprache gehalten, der Eintritt ist frei.
Maria Chiara Bettini, vom Archäologischen Museum Artiminio in Carmigniano, wird die aus heutiger Sicht hochinteressante Frage nach der Stellung der Frau in der etruskischen Gesellschaft aufwerfen. Auswertungen archäologischer Funde und Befunde belegen nämlich, dass die etruskische Frau im Gegensatz zu den Griechinnen und Römerinnen gesellschaftlich hoch anerkannt war und ein freies und eigenbestimmtes Leben führen konnte. Näheres gibt's im Vortrag von Maria Chiara Bettini am kommenden Donnerstag, 12. Juni, mit Beginn um 20.00 Uhr im Archäologiemuseum in der Bozner Museumstraße 43.
(chr)